Il mantenimento del diritto al reddito di cittadinanza presuppone la firma del patto di lavoro con l’impegno a prestare servizio per lavori di pubblica utilità almeno 8 ore a settimana. Sulla questione ci sono perplessità: in che cosa consistono e fino a che punto sono diverse dal concetto di lavoro gratis? Il dibattito su questo punto del rdc ha aperto dubbi e polemiche.
Come consisteranno le 8 ore di lavoro di pubblica utilità per avere il rdc?
Partiamo con i dubbi palesati dai Comuni. Le amministrazioni ammettono di non avere sempre le idee chiare sulle modalità per poter reinserire nel mondo del lavoro i beneficiari del reddito di cittadinanza. In questo senso si è espresso il presidente dell’Iris Paolo Gallana. Gli fa eco ad esempio il sindaco di Biella Marco Cavicchioli che ha spiegato “la nuova norma prevede che i beneficiari, in attesa di un impiego, si mettano a disposizione dei comuni di residenza per otto ore ogni settimana, durante le quali dovranno svolgere servizi di pubblica utilità. Questo è il punto più delicato perché non tutti possono fare tutto: occorre formazione professionale, oltre alle attrezzature e alla copertura assicurativa. Ma, per esempio, potrebbe essere l’occasione per istituire il servizio di controllo all’entrata e all’uscita delle scuole, in supporto alla polizia municipale, che non siamo mai riusciti ad avviare per mancanza di volontari”. Il timore di Gallana è che, in mancanza di progetti validi, “molte amministrazioni decidano di rinunciare a questa opportunità”.
Finora di lavori di pubblica utilità si è parlato come possibile sanzione sostitutiva di pena detentiva per alcune ipotesi di reato. Saranno utilizzati gli stessi parametri per l’individuazione delle attività di pubblica utilità?
E’ giusto lavorare gratis per 780 euro al mese?
Qualcuno ha parlato di lavoro gratis camuffato. Anche se di fatto queste ore di servizi di pubblica utilità danno diritto al sussidio. Seguendo alla lettera il testo della normativa, il «servizio alla comunità» coinvolgerà tutti i componenti maggiorenni della famiglia di chi beneficia del reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza: chi è esentato dai lavoro di pubblica utilità
Sempre nella legge si specifica però che se nel nucleo familiare è presente un disabile, oppure un minore di tre anni il beneficiario del reddito di cittadinanza non è obbligato ad accettare una terza offerta di lavoro ed è esonerato dalle 8 ore di lavoro per attività di pubblica utilità. Per i cd caregiver quindi valgono regole un po’ più flessibili.
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