Svelate le tecniche per “rubare” informazioni riservate,
previsioni meteo e foto scattate dallo spazio.
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Fino a non molto tempo fa, l’informatica amatoriale consisteva soprattutto nel costruirsi le cose da soli: in tutto il mondo, piccoli hacker dell’hardware cercavano di capire come funzionassero i primi microprocessori per costruirsi un calcolatore che potesse almeno accendere un paio di lampadine a comando. I primi hacker hardware erano quasi sempre radioamatori, sia perché la tecnologia delle radio è semplice ma permette di imparare la costruzione di circuiti anche più complessi, sia perché la possibilità di comunicare a grande distanza o di intercettare le comunicazioni di altre persone ha sempre affascinato chiunque da quando Guglielmo Marconi ha dimostrato un metodo pratico per farlo.
Oggi le onde radio sono utilizzate praticamente in qualsiasi oggetto, perché la nostra società sta cercando di liberarsi dei fili: il Wi-Fi, per esempio, sfrutta un insieme delle tecnologie progettate da Marconi e Tesla. Ma già negli Anni 80 le onde radio stavano prendendo piede, con i primi telefoni cellulari. Naturalmente i primi cellulari erano tutt’altro che sicuri: le comunicazioni con le varie antenne di ripetizione del segnale non erano criptate e quindi non c’è voluto molto perché gli hackers scoprissero come intercettare facilmente proprio utilizzando dei ricevitori radio.
Intercettare le onde radio?
L’esperto di sicurezza Tsutomu Shimomura e l’hacker Kevin Mitnick avevano scoperto, quasi contemporaneamente, la possibilità di modificare un modello di telefono cellulare dell’epoca per trasformarlo in uno scanner che intercettava tutte le comunicazioni mobili di un’area anche abbastanza vasta. Ovviamente, l’utilizzo di questa funzionalità era illegale e Mitnick venne arrestato. Più recentemente si è sviluppato, in modo legale, il mondo degli SDR: le Software Defined Radio. I radioamatori sono infatti pian piano passati dalla radio analogica a quella digitale.
E anche i consumatori hanno cominciato a spostarsi in questa direzione. Ovviamente, il principio di base non cambia, una radio è sempre un circuito oscillante composto da una resistenza, una bobina ad induttanza variabile e un condensatore variabile. Tuttavia, controllando induttanza e capacità in modo digitale, con un programma ed un microprocessore invece che girando manualmente delle manopole, è possibile avere molto più controllo sulla trasmissione ed anche sulla ricezione. Uno dei vantaggi fondamentali dell’utilizzo di software per i radioamatori è la possibilità di analizzare lo spettro che si sta ricevendo, per andare alla ricerca di nuovi segnali da analizzare e scoprire. Si poteva fare anche prima con degli oscilloscopi analogici, ma il digitale permette di ottenere proprio la visione che si desidera, che sia un dettaglio oppure una vista d’insieme di una banda di frequenze.
Questa funzione è ovviamente molto utile per gli hackers, intenzionati a scoprire come funzionano i vari dispositivi: l’unico modo per farlo è infatti analizzare le onde prodotte. Naturalmente, per trasmettere su onde radio è necessario avere un brevetto da radioamatori, ma per ricevere (e quindi analizzare) le frequenze emesse dai vari dispositivi che ci circondano non occorre alcuna autorizzazione. Un ricevitore professionale, però, può costare parecchio e quindi un semplice hacker potrebbe non poterselo permettere solo per fa re u n paio d i esperimenti. Per fortuna esiste un dispositivo molto più semplice: la sigla con cui è noto è semplicemente RTL (o RTL SDR).
Si tratta di un semplice ricevitore USB per radio e televisione e costa circa 10 euro. Ne esistono di diversi produttori, perché ovviamente il chip (chiamato 820T2, con driver RTL2832U, assicuriamoci che il nome sia questo quando lo acqui-stiamo su eBay o Amazon) è stato adottato da diverse aziende. Il vantaggio più importante di questo chip, oltre al basso costo, è che il codice sorgente dei driver è stato pubblicato, quindi alcuni appassionati hanno potuto svilupparne un’apposita versione per GNU/Linux che rimuove le varie limitazioni e garantisce un accesso diretto al sintonizzatore, permettendo quindi all’utente di utilizzare il dispositivo come un vero e proprio scanner dell’etere. È possibile sintonizzare questo ricevitore su frequenze che vanno dai 27 MHz agli 1,7 GHz, cioè tutta la banda di VHF ed una buona parte di UHF (la quale convenzionalmente arriva a 3 GHz).
I satelliti meteo
Tra le varie applicazioni del ricevitore RTL SDR, noi abbiamo scelto l’intercettazione dei satelliti meteorologici. Tutti siamo abituati a vedere sia in televisione sia su Internet le previsioni del meteo. Queste previsioni vengono realizzate dai meteorologi usando diversi strumenti: uno di questi sono le preziose fotografie scattate dai satelliti che, in tempo reale, mostrano una grande area del globo terrestre dall’alto. Il vantaggio di queste foto per i meteorologi è che offrono una chiara visuale delle nuvole e del loro spostamento, quindi è possibile capire come evolveranno le precipitazioni.
Ma sono anche immagini molto belle da guardare: in TV vengono mostrate quasi sempre ed è incredibile pensare che possiamo permetterci di osservare il nostro pianeta dallo spazio. Tutti sognano di andare nello spazio per vedere la Terra dall’alto: se diventare astronauti non è da tutti, con un RTL SDR potremo scattare la nostra foto satellitare del globo. I vari satelliti meteorologici, infatti, inviano in continuazione le immagini in tempo reale, quindi basta aspettare che uno di loro si trovi sopra la nostra casa e intercettare le immagini che invia. Esistono due tipi fondamentali di satelliti meteorologici ad accesso libero:
i NOAA ed i Meteor M2. I primi sono più semplici da intercettare, ma hanno immagini a più bassa risoluzione; i secondi sono un po’ più complicati ma offrono immagini più dettagliate.
Noi di imperoinformatico presentiamo la procedura per i NOAA, anche se di fatto si possono usare gli stessi strumenti: in particolare la stessa antenna a polarizzazione circolare che illustriamo nell’articolo e che è molto semplice da costruire. Ogni satellite ha una traiettoria diversa: uno di quelli che passa spesso sull’Italia è il NOAA19, che offre anche buone immagini ed è facile da identificare.
IL SISTEMA OPERATIVO GIUSTO
Per la realizzazione dell’articolo abbiamo utilizzato Kubuntu, un sistema GNU/Linux gratuito che ha un’interfaccia che assomiglia a Windows ma offre tutta la libertà tipica dei sistemi liberi e open source e permette di utilizzare le schede RTL anche per scopi diversi da quelli previsti dai driver ufficiali.
FACCIAMO TUTTO CON WINDOWS
Per chi vuole utilizzare un sistema Windows, la procedura che suggeriamo si può svolgere ugualmente, ma l’installazione e l’uso dei driver è diversa, la si può seguire su questo sito Web: www.imperomagazine.it/link/3971. Una nota: sembrano esserci problemi con i driver su Windows 10, forse il problema verrà risolto in futuro. Per installare i programmi necessari su Windows bisogna scaricarli dai vari siti ufficiali: http://gqrx.dk/download
Scattare foto dallo spazio
Dopo essere riusciti ad intercettare un satellite meteorologico, possiamo usare l’applicazione Gqrxper intercettarne i segnali. Quindi con WxToImg possiamo trasformarli in immagini in alta risoluzione!
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